rotozaza's micro / autoteatro work

ETIQUETTE


Per guardare un video del New York Times su Etiquette clicca qui.


A richiesta si può ottenere la versione in Italiano. Esistono anche versioni in Inglese (originale e Ghaniano), Portoghese, Olandese, Spagnolo, Tedesco, Francese, Italiano, Giapponese, Sloveno, Ungherese, Polacco e a breve anche in Gallese, Greco e Croato. Per informazioni dettagliate sui crediti clicca qui.


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Immagini/ recensioni


' avvincente.... se la linea che divide il pubblico e l'artista sembra confusa, con 'Etiquette' Rotozaza la cancella completamente'


- New York Times / International Herald Tribune - read full article here

Etiquette è un’esperienza  per due persone della durata di mezz’ora che si svolge in uno spazio pubblico. Non ci sono spettatori, gli altri presenti non si accorgono di quello che accade. Ci si siede ad un tavolino l’uno di fronte all’altro e, attraverso delle cuffie, si ricevono istruzioni su quello che bisogna dirsi e su come utilizzare gli oggetti posti sul tavolo. A questo punto è come se scattasse una specie di magia, perché riesca è necessario solo ascoltare le istruzioni ed agire di conseguenza. Alcuni consigliano di farlo con una persona che si conosce, qualcuno con cui condividere l’esperienza,  altri invece trovano più interessante farlo con uno sconosciuto.


Etiquette mette in scena la comunicazione umana nei suoi elementi allo stesso tempo più rudi e più delicati ed esplora la difficoltà di convertire i pensieri in parole di cui ci si può fidare. Una ragazza e un filosofo conducono i partecipanti attraverso diverse micro situazioni, molte delle quali sono prese in prestito dal cinema e dal teatro.  Così la “bolla” formata dalle due persone, si separa e si riforma continuamente. Consigliamo a coloro che vogliano provarla di guardare uno spezzone di 10 minuti tratto da Vivre Sa Vie di Godard (alla fine della pagina).


La maggior parte del lavoro di Rotozaza si svolge attraverso istruzioni date dal vivo ad attori che non hanno provato o che spesso non sono professionisti. Questi “ospiti” spesso descrivono la strana emozione che deriva dall’affidarsi e fare solo quello che gli viene detto di fare, abbandonando la responsabilità per permettere ad un altro tipo di performance di emergere.


Ora Rotozaza invita il pubblico a provare questa esperienza, mentre  allo stesso tempo assistono ad uno “spettacolo” e quindi, in qualche modo magico, ad essere al contempo attori e spettatori. La conversazione (che in qualche modo coinvolge un implicito accordo a scambiarsi continuamente i ruoli) diventa sia un mezzo che un argomento. Un sistema di audio sincronizzato in due cuffie, permette a due diverse esperienze e prospettive di incrociarsi: in un certo momento sarete lontani, in mondi separati, poi subito dopo insieme in una specie di dialogo “preparato”. Etiquette offre la possibilità di provare la fantasia di poter parlare con qualcuno senza dover decidere di cosa; il fatto che le risposte sono imprevedibili non fa altro che aumentare la tensione così se si fa con qualcuno che si ritiene particolarmente interessante, non si possono usare i “soliti trucchi”.  Tutto questo si svolge con la consueta economia di mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie stereo e  pochi oggetti. Con Etiquette, Rotozaza  ha ottenuto lo scopo, da lungo tempo perseguito, di creare uno spettacolo interamente preregistrato e indefinitamente esportabile, in diverse lingue e paesi.


Ant Hampton e Silvia Mercuriali (Rotozaza) hanno creato la versione originale con la collaborazione di Paul Bennun, fondatore e creatore di Somethin’ Else. Paul Bennun ha ricevuto premi internazionali , è co-autore del recente report del governo Britannico sul futuro della musica digitale. Ha collaborato con Artangel, John Berger e Theatre de Complicitè.



clicca qui per i credits di tutte le versioni 


PHOTOS for PRESS USE - UPDATED > (20mb, zip file)

funded by Arts Council England


    
   

 

“I shall transmit the words as received, by the ear, or roared through a trumpet into the arsehole, in all their purity, and in the same order, as far as possible. This infinitesimal lag, between arrival and departure, this trifling delay in evacuation, is all I have to worry about.”


(Samuel Beckett, The Unnameable)


Etiquette in Buenos Aires, photo Nicolas Goldberg